Racconti brevi e spesso divertenti di situazioni realmente accadute (2024)

Racconti brevi, a volte divertenti altre più seri, di situazioni realmente accadute nella vita di tutti i giorni che vivo come pendolare a Roma. Tra ingiusta normalità e ingrata pazzia, tra ironia e poesia, tra il divertimento e la tristezza, il tutto condito da una schietta romanità, vengono fuori storie, vere, che in realtà possono durare anche pochi minuti ma che secondo me meritano di essere raccontate.

I CONSIGLIATI:
Pensavo fosse amore, invece era il 769
Un incontro tra me e una ragazza, mentre io sto salendo su un autobus e lei sta scendendo. Le nostre maglie rimangono incastrate, potrebbe essere l’inizio di una storia d’amore… ma non è stato così.

Il ritratto
Incontro surreale con un ragazzo all’interno di un autobus, dove mi chiede di leggergli il libro che ho in mano. Ho accettato la sfida, ma solo se lo avessimo letto entrambi.

Kirstie
Seduti sul treno, una ragazza sconosciuta fa un ritratto alla coppia davanti a noi. Disegnandoli anche nel futuro. Sembra incredibile ma è successo veramente.

La rivincita degli anni ’90
Questa storia la trovo particolarmente simpatica perché fonde la tenerezza di una giovane coppia insieme alla rozzezza dei stessi giovani di oggi.

Priorità nella vita
Forse il racconto più corto che abbia scritto finora. Ma così è nato e così deve essere, non c’è altro da aggiungere. Schietto, diretto, un po’ amaro ma sicuramente divertente.

Giallo sul 767
Durante la corse di un autobus c’è qualcuno che si diverte a suonare il campanello per prenotare la fermata. Il mistero e la passione dell’autista per i gialli ha fatto nascere questo racconto molto divertente.

PROVE DI ABBORDAGGIO

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Ah che bellezza essere testimoni di un abbordaggio in piena regola sull’autobus, da parte di un giovane romano verso una giovane folignana…folignese… Folignate… Insomma una giovane abitante di Foligno.

Immerso nella mia lettura non stavo seguendo né la scena tantomeno i discorsi dei due, che per me facevano solo parte del rumore e del disegno di fondo del momento. La mia attenzione è stata però catturata nell’attimo in cui è arrivata, in maniera subdola alle mie orecchie, la frase “Te porto a fa un giro pe’ Roma”.
E allora appizzo le orecchie.
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CHIACCHIERATA TRA UOMINI

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Ho appuntamento alle 18.00 dal dentista per l’ablazione del tartaro, in previsione di non poterlo fare dopo, fumo una sigaretta, prendo un gelato, un caffè e un’altra sigaretta.

Il caffè lo bevo nel bar propriosotto lo studio, c’è una pila di copie di un giornale locale di Anzio sopra unasedia. Ne prendo una copia, mi siedo, butto giù il caffè e mi accendo lasigaretta.

Arrivano due coppie ed entrano nelbar.

Passa qualche minuto e i due maschiescono, chiedono se possono sedersi al mio tavolino, meravigliato li faccioaccomodare, uno di loro prende anche lui il giornale commentando: «Tanto ètutto sul governo. È tutto un magna,magna» e ride.

Sorrido anche io e gli chiedo sesono interessati alla politica.

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ER PORO LORENZO

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C’è una ragazza che spesso incontro sull’autobus di ritorno che da lavoro mi porta verso la stazione della metro Laurentina. Me la ricordo la prima volta che la vidi (o per lo meno che la notai), si era liberato un posto sotto il mio naso e io la invitai a …

BELLEZZA E NEURONI

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Colazione in un bar dell’Eur, mentre sto davanti al bancone in attesa del caffè arriva un uomo. Brutto. Molto brutto. Come si dice a Roma “Aiutame a dì brutto”.

Mal vestito, piccolino, magrolino,abbronzatura da vampiro, pochi capelli e quei pochi presenti un pò lunghi eall’insù. Sembra si sia pettinato mettendo la testa in una busta e poi ci abbiafatto esplodere una bomba dentro.

Dall’altra parte del bancone c’è labarista. Una donna di circa 40 anni, in tuta, senza trucco se non contiamo un rossetto sulle labbra dimenticato e sbiadito, proprio come la di lei bellezza, capelli lunghi legati a coda e unfiore, anch’esso oramai opaco, tatuato sulla parte destra del collo.

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GIALLO SUL 767

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Stacco dall’ufficio e mi reco in fermatain attesa del 767. Un uomo sulla 60ina, mentre parla al telefono, mi chiedeinformazioni sull’autobus. Ha una faccia buffa e un sorriso simpatico mentre miringrazia, di quelli piacevoli da ricevere. Una volta sul mezzo pubblico io misiedo nei posti adiacenti all’autista. Lui, in piedi, si mette contro il vetro,nello spazio accanto l’obliteratrice.

DING!

Il solito campanello chiede di fermarsialla fermata successiva. Una volta arrivati l’autista si ferma e apre le porte.

L’uomo alla guida aspetta qualche secondopoi, vedendo che nessuno scende, borbotta qualcosa e riparte. Dopo qualchesecondo qualcuno prenota di nuovo la fermata.

DING!

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UN F1 NON SI NEGA A NESSUNO

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Salgo sul treno, un posto è occupato dalla borsa e dal porta pranzo della signora seduta accanto. Le chiedo gentilmente se mi fa sedere, lei toglie la roba dal sedile e se la mette sulle ginocchia. Il porta pranzo le sviene lungo il fianco, mentre la borsa si affloscia al lato del ginocchio; una barretta di Gaviscon sta per scivolare fuori ma la donna la recupera in tempo. Rianima l’oggetto sollevandolo e riposizionandolo sulle gambe. Ora è dritto, anche se i manici ce l’ha praticamente in bocca.

“… Vuole che gliele metto sopra?” le chiedo, credendo di farle un piacere.
Lei mi guarda con sospetto e mi dice: “Cosa?”
“Le borse”
“Perché?”
“Così sta più comoda”
“La borsa?”
“Non la borsa, lei”
Lo sguardo sospettoso aumenta di intensità, la signora tira a sé le due borse e mi fissa.
“Su dove?”

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PRIMA DI UN APPUNTAMENTO

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Un anziano signore con una rosa dentro busta e il suo cagnolino che prende posto a sedere sul treno, stanno andando ad un appuntamento.

IL TATUATO

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Lui è un ragazzone alto, muscoloso, la magliettaattillata rende giustizia alle ore passate in palestra, così come ai suoitatuaggi che hanno una superficie ampia dove giacere. Linee di inchiostro chegirano in lungo e in largo intorno al bicipite, per poi scendere verso ilbraccio, parallele a dei tubi sottopelle che in realtà sono vene, anche lorotestimoni di bilancieri e pesi vari tirati su con estrema forza. E ancora, visie scritte varie su collo e petto.

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DI BAR SOPRA LA STAZIONE E SOTTO IL MARE

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Quel treno in realtà per gli altri nemmeno esiste, ma sono solo a io sentire quell’annuncio. E allora immagino un treno con un unico vagone passeggeri, completamente vuoto e con solo un sedile, parcheggiato in un binario lontano e secondario.
Il macchinista è un bambino che tiene un pallone sotto un braccio e un flauto nell’altra mano, lo userà per avvisare che il treno è in partenza. Ma io non vado e il treno non parte. E il bambino ogni mattina rimane lì, fermo, senza suonare il suo strumento.

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Author: Lidia Grady

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